Sotto la caverna

SOTTO LA CAVERNA

 

Non sento più lamenti disperati

nel coro cupo sotto la caverna

neppure frecce e cuori innamorati

riesco più a vedere

quei graffi di pareti inumidite

che solcano ricordi di sudori

…frasi di sciocchi amori disegnati

ad ogni guerra che non ho voluto

Non le cercate scritte sulle mura

le voci a mare che non percepite

dai mari… amari strazi

gorgheggi rantolanti disperati

o d’imprecanti ammonimenti rauchi

confusi dal fragore di marea

Annaspano

un luccichio lontano all’orizzonte

sembrano sfavillare argento vivo

metallici riflessi tra le onde

 

Quanto potrà durare il mio sperare

e cosa resterà dopo l’angoscia

del mio richiamo inutile

ben altre voci austere

sento di notte dopo il coprifuoco

come sussurri urlati

amplessi mai amati

A quale meminisse ricorreremo

se ciò che vedo voglio ricordare

forse il richiamo sordo dei gabbiani

l’odore putro e la rosata bava

che rotola a bracciate disperate

nello scompiglio rosso di tonnara

Forse è il richiamo sordo dei gabbiani.

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